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Samsung punta sul 2026: l’AI “offline” arriva sui Galaxy

Nel 2026 i Galaxy promettono un’AI più vicina all’utente e meno al cloud. Lo smartphone diventa un alleato silenzioso, capace di capire, creare e aiutare anche quando la rete non c’è.

Nel mondo degli smartphone Samsung Galaxy la parola chiave dei prossimi anni è una: autonomia. Non si parla solo di batteria, ma di qualcosa di più sottile e potente, cioè della capacità di eseguire funzioni di intelligenza artificiale direttamente sul telefono, senza passare continuamente dal cloud. Il 2026 sarà l’anno in cui questa promessa inizierà a diventare realtà concreta sui Galaxy di nuova generazione.

Samsung punta sul 2026: l’AI “offline” arriva sui Galaxy. Credits: ansa foto – flipbuilder.it

Negli ultimi mesi Samsung ha spinto forte sul concetto di Galaxy AI integrata, sfruttando chip sempre più avanzati con NPU dedicate, pensate apposta per il calcolo dell’intelligenza artificiale. La direzione è chiara: ridurre al minimo la dipendenza dai server esterni e spostare il cervello delle funzioni “smart” direttamente nella tasca dell’utente. È un passo che cambia il modo in cui si immagina il telefono, non più solo come schermo, ma come piccolo computer capace di creare e capire.

Che cosa significa davvero “AI offline” su uno smartphone

Quando si parla di AI offline sui Galaxy, l’idea è molto semplice: alcune funzioni continueranno a funzionare anche senza connessione, o comunque sfrutteranno il cloud solo come supporto. Traduzione di testo, riepilogo di note, modifica avanzata delle foto, assistenza nella scrittura di messaggi e mail sono tutte funzioni che, in prospettiva 2026, potranno girare in buona parte direttamente sul dispositivo.

Il vantaggio più evidente è la maggiore velocità di risposta. Se non serve spedire continuamente dati ai server e attendere il risultato, il tempo tra richiesta e risposta crolla. Ma c’è anche un tema di privacy: meno dati che “partono” significa più controllo su ciò che rimane nello smartphone. Non è un dettaglio, soprattutto in un periodo in cui gli utenti sono sempre più attenti a dove finiscono le proprie immagini, le proprie conversazioni e i propri documenti.

Che cosa significa davvero “AI offline” su uno smartphone. Credits: ansa foto – flipbuilder.it

Dal punto di vista tecnico, l’AI offline richiede chip performanti e ottimizzati, con NPU in grado di gestire modelli di intelligenza artificiale compressi e adattati al mobile. È lo stesso trend che si vede sui pc con i processori “AI ready”, ma portato su un dispositivo che pesa meno di 250 grammi.

Guardando ai Galaxy attesi nel 2026, lo scenario più probabile è una convivenza tra funzioni completamente offline e funzioni ibride, dove il cloud interviene solo per i compiti più pesanti. Editing foto e video “intelligente”, riconoscimento di oggetti in tempo reale, suggerimenti personalizzati nella fotocamera e nella galleria sono tutte aree in cui l’AI può lavorare anche in modalità locale.

La vera sfida per Samsung sarà rendere queste funzioni utili nella vita reale, non solo belle nelle presentazioni. Un conto è mostrare una demo in conferenza, un altro è vedere l’AI che ti salva una foto mossa o ti prepara un riassunto di una riunione direttamente nell’app Note mentre si è offline in treno. È qui che i Galaxy del 2026 si giocheranno la differenza rispetto alla concorrenza.

In questo quadro, l’utente può iniziare a guardare ai prossimi modelli non solo in termini di fotocamera e display, ma di funzioni AI da usare davvero ogni giorno. Se l’AI offline manterrà le promesse, il 2026 potrebbe essere l’anno in cui lo smartphone smetterà di sembrare “solo” uno smartphone e inizierà ad assomigliare a un piccolo assistente personale tascabile, sempre pronto a lavorare in silenzio anche quando il segnale di rete scompare.

 

Martina Petrillo

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Martina Petrillo

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